I carboidrati, mangiarli o non mangiarli, questo è il problema
I carboidrati

I carboidrati, mangiarli o non mangiarli, questo è il problema

Uno dei miti dell’alimentazione, diffuso soprattutto fra chi pratica un’attività sportiva o frequenta le palestre, è quello di evitare il consumo di carboidrati, in particolare la sera. Ma è vero che non mangiare carboidrati fa dimagrire? Assolutamente no. Diversi studi legati alla nutrizione confermano l’importanza dei carboidrati in una sana alimentazione, il cui corretto consumo può diventare addirittura un vantaggio per chi pratica regolarmente un’attività fisica. Ma quando mangiare i carboidrati? Fa bene o fa male mangiare carboidrati a cena? Prima di continuare è bene ricordare che la dieta non è un privazione ma spesso solo un’educazione a mangiare in un determinato modo e di togliere alcune cattive abitudini.

Mangiare o non mangiare i carboidrati?

Eliminare completamente i carboidrati dalla propria dieta non è il metodo corretto per dimagrire. La perdita di peso che si ottiene eliminando i carboidrati, infatti, è dovuta soltanto alla perdita dei liquidi e soprattutto della massa magra, che è fondamentale per mantenere un metabolismo attivo. Eliminare i carboidrati, inoltre, vuol dire perdere glucosio, principale fonte di nutrimento per la vita e l’attività delle cellule.

Il corretto consumo di carboidrati è, dunque, importante per un’alimentazione sana ed equilibrata e varia da persona a persona, a seconda delle caratteristiche fisiche, dello stile di vita e anche dei gusti personali. Il consiglio migliore per chi vuole dimagrire è quello di non eliminare nessun nutriente dalla propria dieta, riducendo le porzioni (come ad esempio quelle dei tanto temuti pane e pasta) e aumentando l’attività fisica.

Carboidrati a pranzo o a cena?

Un consumo di carboidrati equilibrato e proporzionato in base alle proprie esigenze, oltre ad essere fondamentale per una dieta corretta, può portare diversi vantaggi al nostro organismo. Per chi si allena, è utile capire quando mangiare i carboidrati. In generale, si consiglia di inserire la quota glucidica nelle due ore successive all’allenamento, ovvero quando la sensibilità all’insulina resta elevata. Dopo due ore dall’allenamento, questa sensibilità scende gradualmente.

Una persona che si allena e consuma carboidrati entro due ore dall’attività fisica avrà più facilità di utilizzarli in modo ottimale: la quota glucidica assunta migliora la fase di recupero post work-out ed evita così che l’eccesso glucidico si trasformi in grassi. In linea di massima, si può affermare che chi si allena al mattino dovrà preferire assumere i carboidrati a pranzo, mentre chi si allena il pomeriggio o la sera avrà più vantaggio a mangiare i carboidrati a cena.

I vantaggi di mangiare i carboidrati a cena

Al contrario di quanto si pensi, mangiare i carboidrati a cena non fa ingrassare, anzi può apportare diversi benefici al nostro corpo. Il consumo di carboidrati la sera aiuta innanzitutto a dormire meglio: grazie alla produzione di triptofano, vengono rilasciati serotonina e melatonina, due ormoni che aiutano a rilassarsi e ad addormentarsi più facilmente. Inoltre, l’assunzione di carboidrati dopo le 18.00 permette alle cellule adipose di rilasciare la leptina, ormone che attiva il metabolismo e blocca lo stimolo della fame.

Tuttavia, per chi vuole mantenere un regime ipocalorico nel tempo, il consiglio migliore è quello di avere pochi vincoli per decidere quando mangiare i carboidrati e di assumerne una porzione moderata almeno una volta al giorno, a seconda delle proprie esigenze, così che possa attenersi alla dieta in maniera più semplice.

Condividi:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Allenati con monteverde lab

I nostri social

I più letti

Non rimanere indietro

Iscriviti alla nostra newsletter

Nessuno spam solo messaggi che ti possono interessare.

On Key

Non perderti

longevità

Perché oggi è importante investire sulla propria longevità

Viviamo in un’epoca in cui l’aspettativa di vita si è allungata notevolmente, grazie ai progressi della scienza e della medicina. Tuttavia, l’aumento della durata della vita non sempre corrisponde a un miglioramento della qualità di quest’ultima.